La nostra storia

dal 1500

La famiglia Tolomei

La famiglia Tolomei di Padova è originaria di Siena e discendente di uno dei più celebri personaggi, cantati da Dante nella Divina Commedia: quella Pia de’ Tolomei, vissuta nel XIII secolo, la cui dolorosa vicenda umana venne raccontata dall’Alighieri, in pochi indimenticabili versi, nel V° canto del purgatorio. Narra la tradizione che la gentildonna senese, andata sposa a Nello de’ Pannocchieschi, signore del castello della Pietra in Maremma, e quivi esiliata e tenuta prigioniera, vi trovasse la morte, ad opera del perfido consorte, desideroso di convolare a nuove nozze con la sua amante, Margherita Aldobrandeschi. La leggenda vuole i Tolomei discendenti degli antichi sovrani d’Egitto, tramite Tolomeo XV detto Cesarione, nato dall'unione di Giulio Cesare con Cleopatra VII. Da questa circostanza, avrebbe avuto origine il loro cognome. Le origini della casata si fanno risalire alla venuta dei Carolingi in Italia, intorno all'anno 1000, anche se il primo Tolomei di cui abbiamo notizie certe è un tal Baldistricca, al quale fa riferimento un documento del 1121. La famiglia è di probabile origine germanica, come il nome “Baldistricca”, ripetuto più volte nell'ambito familiare nei secoli successivi (ed abbreviato spesso in “Stricca”) starebbe a dimostrare. I Tolomei, dunque, giunsero in Toscana al seguito di Carlo Magno e si stabilirono nella zona di Siena. Essi appartennero alla feudalità del contado senese e, gradualmente ampliando le loro proprietà terriere, consolidarono la loro fortuna, acquistando importanza sempre maggiore sul piano sociale. Fecero parte di quel gruppo di famiglie che, più tardi, furono chiamate “grandi di casata”, i cui membri venivano indicati con l'appellativo di “domini” e che parteciparono, fin dall'inizio, al governo consolare della città. Certo, al momento di affacciarsi alla vita cittadina, essi già possedevano una notevole potenza economica, che fu poi accresciuta dalle numerose alleanze matrimoniali contratte con altre nobili famiglie, ricche e importanti, come i Salimbeni, i Malavolti e i Piccolomini.

Authentic Tradition

Nella splendida cantina circolare del ‘500, da secoli la famiglia Tolomei continua la tradizione viticola dei frati che per primi si installarono sul vulcanico colle del Mirabello

"Se tu vedrai, o Clemente, prima di me l’euganea terra patavina, con i suoi colli rossi di vigne…"

Marziale (Poeta Romano, I d.C.)

I Tolomei costruirono la loro fortuna sul commercio (che li spingeva anche in Francia, in Inghilterra, nelle Fiandre, nell’Olanda e nell’Allemagna) e sull’attività bancaria (importante, a tale proposito, l'attività legata al trasporto delle decime che, raccolte nelle varie località del mondo cristiano, dovevano essere convogliate a Roma, attraverso svariate operazioni bancarie). Ma, le continue e sanguinose lotte tra le famiglie dominanti e tra le differenti fazioni, per ottenere il predominio nella città e gestirne il governo, ad imitazione di quanto avvenuto a Firenze con i Medici, condusse ad una situazione di destabilizzazione e di disordine, tale da portare alla messa al bando dei responsabili. Soprattutto aspre e sanguinose furono le contese con i Salimbeni, ripetute le congiure e i disordini di ogni genere, che causarono la cacciata di esponenti di uno o dell'altro nucleo familiare, a turno. In seguito alle tormentate vicende politiche della repubblica di Siena, alcuni membri dei Tolomei furono esiliati e ciò favorì la nascita di linee collaterali in altre regioni.
A causa della crisi nel campo del commercio e dell'attività bancaria, determinata dalla concorrenza vincente di Firenze, il ramo principale dei Tolomei, per volere di Innocenzo VI si trasferì a Roma e Raimondo Tolomei, nel 1358, fu messo a capo del Senato. I Tolomei fissarono la loro dimora romana nel rione di Trastevere dove, ancora oggi, possiamo ammirare lo stemma della famiglia affisso sulla torre, sita in via dell'arco Tolomei.
Nel 1503 acquistarono dai Colonna il feudo di Patrica e con le successive conquiste dei territori di alcuni liberi comuni, costruirono Castelli e Palazzi in varie località del Lazio. Nel 1300, due rami della schiatta senese fiorirono a Perugia: i Tolomei della Stella e i Tolomei di Porta Susanna. A Ferrara, nel XIV secolo, visse la linea dei Tolomei dell'Assassino: Stella, figlia di Giovanni e amante di Nicolò III d'Este, fu madre di Ugo e dei Marchesi Leonello e Borso d'Este. Anche a Pistoia si stabilì un ramo della famiglia, estintosi poi con Sofia, vedova di Filippo Tolomei.
Un altro gruppo si trasferì a Napoli e, di lì, in Sicilia, mentre un tal Spinello Tolomei, fuggito da Siena, fu accolto a Padova, nel 1370, da Francesco da Carrara, che gli affidò vari incarichi di prestigio, consentendogli di inserirsi al meglio, nel tessuto della città. Così, fu fondato il ramo padovano della famiglia che, a tutt’oggi, non si è ancora estinto e continua a vivere nel cinquecentesco palazzo di via del Santo, a pochi passi dalla Basilica di S. Antonio.
I Tolomei di Padova hanno sempre attivamente partecipato alla vita sociale e culturale della città veneta, dando alla comunità deputati, senatori, sindaci ed amministratori integerrimi e di straordinaria capacità. All'antica università, poi, fornirono professori, rettori e studiosi di grande livello intellettuale e culturale, specialmente, nel campo del Diritto, della Filosofia e della Letteratura. Soprattutto essi furono preoccupati del benessere e dell'innalzamento culturale dei loro concittadini, rimanendo sempre profondamente convinti che, nessun progresso o miglioramento delle condizioni sociali della loro città e del loro paese, potesse essere conseguito, senza avere prima, attentamente curato, l'istruzione e la formazione culturale e mentale della popolazione. In particolare, ad Antonio Tolomei, vissuto nella seconda metà dell’Ottocento, Padova deve la salvezza della Cappella degli Scrovegni, celebre in tutto il mondo, per lo straordinario ciclo pittorico di Giotto, che sarebbe andato irrimediabilmente perduto, senza l'azione decisa ed energica di questo personaggio, ricco d’intelligenza e di cultura. Egli, nella sua qualità di Sindaco, difese, strenuamente e con tanto amore, quel tesoro inestimabile della sua città, che, in segno d'imperitura gratitudine, volle erigere un suo busto bronzeo presso l'ingresso principale della chiesina da lui salvata. Particolarmente forte, fu sempre il legame dei Tolomei con il paese di Torreglia, dove ha sede la residenza estiva del nucleo familiare.

Lo stemma del ramo di Padova riprende quello dei Tolomei di Siena, ma con una integrazione. I colori dei due stemmi sono gli stessi: azzurro è il fondo di ambedue e argentee sono in entrambi le tre crescenti di luna e la fascia, che divide in due metà, la superficie degli stemmi.

Nello stemma del Ramo padovano, è però presente, nella metà superiore, al centro, un leone rampante, inserito tra le due crescenti mentre la terza crescente è nella metà inferiore, in posizione centrale.

Azienda Agricola Mirabello di Pia Maria Tolomei Frigerio - Via Mirabello 140 - 35038 Torreglia (PD) | Partita IVA: 01451350282